Latest from the CTS

Search all CTS sites


Monday, December 8, 2008

Google Maps e la collezione di Carte del “Palestine Exploration Fund” (ca. 1880)

Nell’ambito del progetto DAAHL (Digital Archaeological Atlas of the Holy Land), servito dal California Institute for Telecommunications and Technology (Calit2), UC San Diego, tra le varie novità offerte ce n’è una veramente sorprendente.

Si tratta di una combinazione della moderna tecnologia presente in “Google Maps” con la ricerca storica espressa nelle carte prodotte dal Palestine Exploration Fund da Claude R. Conder e dalla sua équipe del British Ordnance Survey negli anni '1870 e '1880. Queste carte ormai classiche contengono più di 10000 nomi di località, e sono una risorsa di grande importanza per il periodo Turco in Palestina. Il GAIA Lab della Arizona State University ha convertito i 27 fogli in più di 50000 pezzi che sono stati integrati nella interfaccia interattiva di Google Maps con le solite caratteristiche di navigazione e zoom.






Vista generale della parte centrale della zona interessata alle carte del Palestine Exploration Fund (1880 ca.).








Ingrandimento della regione immediatamente a sud di Gerusalemme (Al-Quds), fin quasi a Betlemme.

Saturday, December 6, 2008

Strumenti per la ricerca di informazioni attraverso Internet, e per la valutazione e la citazione delle risorse elettroniche

 
Utilissima pagina a cura del Prof. Fra Carlo Bottero, OFMConv. Docente di Metodologia scientifica nell'ITA (Istituto Teologico di Assisi) e Direttore della Biblioteca d'Istituto (28.10.2008).

INDICE
Testi introduttivi

Strumenti per la ricerca e risorse informative

Orientamenti generali e aggiornamento sul WWW
Repertori generali di strumenti per la ricerca e risorse informative
Indici web per parola (motori di ricerca)

Repertori, introduzione, valutazione e monitoraggio
Singoli motori di ricerca
   Singoli motori di ricerca italiani
   Meta-indici (interrogazione simultanea e cumulativa di più motori)
   Multi-indici (pagina di accesso a più motori, interrogabili separatamente)

Strumenti di ricerca per il "web invisibile" (risorse informative non segnalate dai motori di ricerca, come i database)
Repertori generali di risorse informative divisi per argomento (directory, subject tree)
Repertori con presentazione o recensione delle risorse
Virtual reference desk e opere di consultazione (non sempre chiaramente distinguibili dalle subject directory)
   Virtual Reference Desk
   Enciclopedie
   Dizionari e risorse linguistiche
   Iconografia, cartografia e geografia
   Risorse per lo studio della storia
   Risorse giuridiche

Servizi di reference e risorse professionali
Fornitura copie di documenti (document delivery) e mediatori dell'informazione (information broker)
Repertori di risorse accademiche
Chiesa cattolica, cristianesimo, teologia, religioni
   Enti
   Subject directory e Virtual Reference Desk
   Opere di consultazione e risorse informative
   Studio della Sacra Scrittura
   Patristica
   Varia (liturgia, diritto, dottrina sociale)
   Francescanesimo
   Biblioteche digitali e testi magisteriali
   Iconografia
   Periodici online
      Abbreviazioni
      Repertori e strumenti di ricerca
      Singole testate
   Tesi

   Risorse per la pastorale
   Insegnamento della religione

Biblioteche digitali (raccolte di documenti elettronici full text)
Archivi digitali Open Access
Repertori di biblioteche e di OPAC
Principali OPAC a livello internazionale
Principali OPAC italiani
   Repertori
   Singoli OPAC e meta-OPAC
   Principali OPAC per la ricerca teologica

Repertori di gruppi di discussione e mailing lists
Periodici elettronici
Liste italiane di periodici
Tesi di laurea e dottorato
Current contents
Repertori case editrici online
Librerie e servizi editoriali online
Istituzioni e associazioni

Strumenti per la valutazione delle risorse informative elettroniche, in particolare online

Strumenti per la citazione delle risorse elettroniche

Saturday, November 22, 2008

Il ministero sacro nel Tempio ebraico e l’abito del sommo sacerdote

Testo estratto dalla Lettera di Aristea a Filocrate, 92-99 (scritto del II sec. aC)
[92] Il ministero dei sacerdoti è incomparabile per il dispiego di forza fisica che richiede e per la disposizione di ordine e di silenzio. Tutti si affannano spontaneamente verso un servizio estremamente faticoso e ciascuno esegue con cura il compito assegnatogli. Senza interruzione prestano servizio, alcuni occupandosi del legname, alcuni dellʼolio, alcuni del fior di farina, altri dei profumi; altri, infine, incaricati della carne dei sacrifici impiegano una notevole forza: [93] afferrano con le mani le cosce dei vitelli che sono di circa due talenti per ciascuna, le sollevano alla giusta altezza con mirabile gesto delle mani e le collocano al loro posto senza sbagliare. Lo stesso accade anche per le pecore e le capre che stupiscono per peso e grassezza. Infatti coloro cui compete scelgono bestie del tutto prive di difetti, notevolmente grasse, e si compie allora lʼoperazione descritta più sopra. [94] Per il loro riposo è disposto un luogo ove siedono quelli che sono in turno di pausa. Trascorso questo, alcuni tra coloro che hanno avuto una sosta si alzano prontamente, anche se nessuno impone loro le modalità del servizio. [95] Vi è un silenzio assoluto, tanto che si potrebbe ritenere che nel luogo non vi sia alcuno, nonostante che gli uomini preposti al servizio siano circa settecento oltre al gran numero di persone che offrono le vittime ma tutto è condotto con rispetto e in maniera degna della grandezza divina.

[96] Un grande stupore ci colse quando vedemmo Eleazar officiare con lʼabito sacerdotale, nella gloria che emanava dallʼabito indossato e dalle pietre che lo adornavano. Vi sono dei campanelli dʼoro intorno allʼorlo che emettono un suono particolare e ai loro lati melograne, bordate di fiori di splendidi colori. [97] Ai fianchi indossava una magnifica ricca cintura tessuta in colori meravigliosi. Sul petto porta quello che è chiamato «lʼoracolo» su cui sono fissate dodici pietre di specie diverse legate in oro con i nomi dei capi delle tribù, secondo lʼordine originario. Ciascuna pietra getta dei bagliori dellʼindescrivibile colore che le è proprio. [98] Sulla testa porta il cosiddetto cidaris e, al di sopra, la inimitabile mitra, il diadema consacrato che porta scolpito in caratteri sacri, su una lamina dʼoro, in mezzo alle ciglia, il nome di Dio pieno di gloria. Egli è stato giudicato degno di usare questi oggetti durante il culto. [99] La visione dʼinsieme di tutto ciò incute timore e sconcerta, tanto che si può credere di essere andati in un altro mondo fuori dal nostro e sostengo che chiunque andrà a vedere quanto ho descritto sarà colpito da stupore e meraviglia indicibile e il suo intimo sarà scosso dallo stato di santità di ogni cosa.


Questa immagine (come quelle del post precedente) è tratta da: Living in the Time of Jesus di Peter Connolly (1983): “Le vesti dei sacerdoti e quelle del sommo sacerdote in particolare”.

Wednesday, November 5, 2008

L’ellenismo “cacciato dalla porta rientra dalla finestra”

La rivolta maccabaica si pose come scopo di combattere l’ellenizzazione forzata e di difendere le patrie tradizioni. I componenti della dinastia asmonea incominciano presto, ciò nonostante, a portare nomi greci in aggiunta ai loro nomi ebraici o in luogo di essi (Giovanni Ircano, Aristobulo, Alessandro Ianneo, Salome Alessandra…)!


Un po’ più complicata la dinastia erodiana…

Wednesday, October 29, 2008

David Roberts pittore digitalizzato

È possibile vedere on line, in discreta risoluzione (1024x817 px), la raccolta completa delle famose cromo-litografie del pittore inglese David Roberts sulla Terra Santa, disegnate nel 1839 e pubblicate nel 1842, nella raccolta della Library of Congress. Digitare: "david roberts holy land". Risultato: 127 immagini. Cerca il soggetto desiderato, clicca sul titolo, clicca sull’immagine piccola nella nuova pagina, clicca di nuovo su: “higher resolution version", registra col nome.
Esempio:

David Roberts, [Calvary] Jerusalem April 10th 1839

In ricordo di Michele Piccirillo (1944-2008)

 

“Canteranno il cantico di Mosè, servo di Dio, e il cantico dell'Agnello”
(Apc 15,3).

Scrivi/vedi i messaggi
 

Wednesday, October 22, 2008

Risorse web per scrivere *facilmente* in Arabo, Greco e Ebraico

L’internet offre utili risorse per facilitare la scrittura di diverse lingue non facili da scrivere con caratteri Unicode. Puoi scrivere direttamente nel browser senza necessità di tastiere speciali e copiare il risultato nel testo che stai elaborando. Il risultato sarà ugualmente valido per tutte le piattaforme: MAC, Windows, Unix… non importa.

Arabo. Scrivi l’arabo come si pronuncia ed ottieni un testo in veri caratteri arabi che puoi usare dovunque:



Greco. Scrivi il greco con caratteri latini (e accenti come in BETA-code) e ottieni un perfetto greco politonico:




Ebraico. Scrivi in una speciale tastiera (plug-in di Firefox), cerca nei testi ebraici (Bibbia, Mishnah, Talmud) e copia quello che ti serve. Il testo biblico è dato anche con le vocali:

Wednesday, October 15, 2008

Lo sviluppo di Gerusalemme nei secoli: popolazione e superficie

 




Basato su: Shanks H., Jerusalem, New York 1995, p. 123 - cf. S. Loffreda, Topografia di Gerusalemme, 1998, p. 10).

Tuesday, October 14, 2008

Chi ha dominato il Medio Oriente nel corso della storia?

Egiziani, Assiri, Babilonesi, Persiani, Greci, Romani, Bizantini, Arabi, Franchi, Turchi, Europei, Americani… Seguendo questo link (Imperial History of the Middle East) vedrai passare 5000 anni di storia in 90 secondi. Si può scaricare anche il file in differenti formati.

Friday, October 10, 2008

Caricatura…

Jerusalem • Visio Pacis ed 'eugenio' hanno avuto l’onore di una bella… caricatura (fai clic sull’immagine per ingrandirla).
Grazie, Alejandro.

Wednesday, October 8, 2008

Iniziato il Corso di Storia Biblica

Un po’ in situazione di emergenza terrò quest’anno, nel primo semestre, il corso di Storia Biblica di padre Michele Piccirillo (al quale tutti auguriamo di rimettersi presto in buona salute).

Ad uso degli studenti, segnalo una pagina certamente utile per loro. Palestina nel I secolo dopo Cristo di Gianluigi Bastia

Tra le fonti letterarie la cui lettura deve accompagnare quella della Bibbia eccellono naturalmente le opere Giuseppe Flavio. I lettori italiani ne possono ottenere il testo, in formato elettronico, nella pagina indicata.

Addendum: Nel Sito ufficiale degli scavi di Magdala è riportata per intero anche l’Autobiografia.

Sunday, June 1, 2008

Corso previsto per l’anno prossimo (a.a. 2008-2009)

“Luoghi di culto e luoghi di memoria nel Cristianesimo dei primi secoli in Terra Santa” (secondo semestre).
Descrizione: Alla ricerca delle tracce recuperabili della formazione e del primitivo sviluppo delle memorie cultuali sui luoghi biblici cristiani da parte della comunità cristiana del paese. Interesse dimostrato per la Terra Santa da parte di persone provenienti da altri luoghi. Testimonianze archeologiche e letterarie.
STUDIUM BIBLICUM FRACISCANUM - JERUSALEM
Facoltà di Scienze bibliche e Archeologia della Pontificia Università “Antonianum” - Roma
PROGRAMMA PER L’ANNO ACCADEMICO 2008-2009

Saturday, April 12, 2008

I vescovi di Gerusalemme provenienti “dalla gentilità”, ed in particolare Narciso

Libro V, Cap. 12: Narciso, quindicesimo tra i vescovi di Gerusalemme “dalla gentilità”
[1] In questo tempo nella Chiesa di Gerusalemme si segnalò il vescovo Narciso, il cui nome ha conservato larga risonanza. Egli fu il decimoquinto nella successione episcopale, dopo l'assedio che subirono i Giudei da parte di Adriano. Da quel momento, l'ho già notato, la Chiesa di Gerusalemme, prima formata da circoncisi, venne ad essere costituita da etnico-cristiani; e ne fu primo vescovo Marco, di provenienza etnico-cristiana.
[2] A Marco, come appare dalle liste dei vescovi di Gerusalemme, successe Cassiano, poi Publio, Massimo, Giuliano, Gaio I, Simmaco, Gaio II, poi un altro Giuliano; seguirono Capitone, Valente, Dulichiano, ed infine Narciso, trentesimo nella scala della successione a contare dagli Apostoli.
[7] A Severo, che aveva tenuto lo scettro imperiale per diciotto anni, successe suo figlio Antonino. In quel tempo fra coloro che nella persecuzione si erano comportati da prodi e che, nonostante le lotte sostenute per la confessione della fede, dalla divina Provvidenza erano stati conservati in vita, c'era un certo Alessandro, di cui abbiamo detto testè ch'era vescovo della Chiesa di Gerusalemme. Egli nel confessare la fede si era talmente distinto che fu stimato degno di occupar quella sede vescovile, pur essendo ancora tra i vivi Narciso, suo predecessore.

Libro VI, Cap. 9: Miracoli di Narciso
[1] I fedeli di quella Chiesa ricordano parecchi miracoli di Narciso, la cui notizia è pervenuta di generazione in generazione attraverso la tradizione dei fratelli. Tra gli altri narrano anche il seguente prodigio da lui compiuto.
[2] Una volta durante la grande vigilia di preparazione alla Pasqua - così si racconta - era venuto a mancare l'olio ai ministri e per questo tutta la moltitudine era in preda a penosa inquietudine. Narciso ingiunse allora a quelli che apparecchiavano le lucerne che attingessero acqua [da un pozzo] e che gliela portassero.
[3] L'ordine fu subito eseguito: egli pregò sull'acqua e, animato da una fede veramente sincera nel Signore, comandò che la si versasse nelle lucerne. Anche questo fu fatto, e contro ogni legge, per divina e stupenda virtù la natura dell'acqua si convertì nella pinguedine dell'olio. Per lungo tempo da allora e persino ai dì nostri, molti dei fratelli di quel luogo conservarono un po' di quest'olio in ricordo del miracolo.
[4] Della vita di quest'uomo si riferiscono altri fatti ancora degni di memoria, tra i quali uno che era espongo. Certi individui malvagi, mal potendo sopportare la sua dirittura di vita e la sua fermezza, per tema che, còlti, non avessero a pagare il fio delle numerose iniquità, di cui erano consapevoli, preventivamente gli tesero un'insidia e gli mossero un'orrenda calunnia.
[5] Per meglio conciliarsi la fede degli ascoltatori confermarono con giuramenti le accuse: uno s'imprecò la morte per fuoco, l'altro la consumazione del suo corpo per morbo esiziale e il terzo la perdita degli occhi. Tuttavia, nonostante i giuramenti, nessuno dei fedeli volle credere ad essi, perché la purezza di Narciso sotto ogni aspetto illibata e la sua condotta tutta adorna di virtù risplendevano agli occhi di tutti.
[6] Ma il vescovo, non reggendo a quelle infamanti tacce e d'altronde già da lungo desideroso di darsi alla vita filosofica [ascetica]. abbandonò la sua gente e la sua Chiesa; e per parecchi anni visse nei deserti e nei luoghi sconosciuti.
[7] Ma il grande occhio della giustizia non rimase, no, indifferente e chiuso su quanto si era commesso. Ben presto gli empi precipitarono in quei mali che, spergiurando, si erano imprecati sul loro capo. Al primo, di notte, una piccola scintilla, senza che apparisse nessuna causa, inopinatamente cadde sulla casa, dove dimorava, bruciò questa totalmente, ed egli' con la sua famiglia vi perì tra le fiamme. Il secondo fu devastato dalle piante dei piedi alla testa dal morbo, che si era chiamato addosso.
[8] Il terzo al vedere i casi succeduti ai primi, paventando l'ineluttabile vendetta di Dio onniveggente, confessò davanti a tutti gl'iniqui disegni da loro concertati e nel suo pentimento si consumò in tanto dolore di gemiti, effuse senza interruzione tanto pianto che da entrambi gli occhi perdette la vista. Queste furono le pene che essi scontarono a castigo delle loro calunnie.
Cap. 10: Fuggito Narciso, ed essendo assolutamente ignoto il luogo dove si trovasse, sembrò opportuno ai capi delle Chiese vicine di imporre le mani ad altra persona per la consacrazione episcopale. Il prescelto portava il nome di Dios; governò breve tempo e successe a lui Germanione, al quale poi tenne dietro Gordio. Sotto quest'ultimo ecco riapparire come redivivo Narciso. I fratelli lo pregarono di rioccupare il seggio episcopale, avendo tutti verso di lui la più alta ammirazione per il suo nascondimento, per la sua vita filosofica e specialmente per il fatto che Iddio s'era degnato di farsi suo vindice.

Libro VI, Cap. 11: Il vescovo Alessandro di Cappadocia
[1] Ma non potendo Narciso per la sua tarda vecchiaia disimpegnare il suo ministero, la divina Provvidenza, per mezzo di una rivelazione in una visione notturna, chiamò a condividere con lui le cure del pontificato il summentovato Alessandro, ch'era vescovo di un'altra Chiesa.
[2] Ammonito dunque da questa visione, come da un oracolo, egli intraprese il viaggio dalla Cappadocia, dove prima era stato elevato alla dignità episcopale, alla volta di Gerusalemme per pregare e visitare i luoghi santi. Gli abitanti di là lo accolsero con ogni cortesia e non gli permisero di ritornare al suo paese. Era succeduta un 'altra rivelazione che essi avevano percepito nel riposo notturno: una voce, bene avyertita dai più virtuosi, aveva intimato di uscire dalle porte e di accogliere il vescovo che Dio a loro destinava. Essi fecero così e, di comune accordo coi vescovi che governavano le Chiese vicine, costrinsero per forza Alessandro a rimanervi.
[3] Alessandro stesso nelle Lettere agli Antinoiti conservateci tuttora, ricorda questa circostanza, vale a dire che Narciso condivide l'episcopato con lui; infatti alla fine della sua epistola scrive testualmente cosl:
«Vi saluta Narciso, che prima di me tenne la sede episcopale di qui ed ora mi coadiuva con le sue preghiere - ha cento e sedici anni - e vi esorta come me alla concordia ».

Libro VI, Cap. 20: Una delle fonti di Eusebio: la “biblioteca” di Èlia
[1] In quest'epoca fiorirono molti ecclesiastici cospicui per sapere. Le lettere, che si scambiarono, ci sono tuttora conservate e sono facili ad essere compulsate: esse sono state custodite sino a noi nella Biblioteca di Elia [Gerusalemme] costituita per iniziativa di Alessandro, che allora reggeva quella Chiesa. È di là che ho potuto raccogliere il materiale storico per la trattazione, a cui ho messo mano.

Tuesday, March 18, 2008

Fonti topografiche su Aelia Capitolina

 
La fondazione di Aelia (città romana) in luogo di Gerusalemme (città ebraica) segnò una svolta determinante nella storia della Città Santa.

Cronicon Paschale, a.119 d.C. (PG 92, 613-616)
Consolato II di Elio Adriano Augusto e Rusticio. Durante il loro consolato, siccome i giudei tumultuavano, venne Adriano in Gerusalemme e prese prigionieri i Giudei … Quindi demolendo il loro santuario che era in Gerusalemme, costruì due bagni pubblici, un teatro, un edificio a tre nicchie, un tetraninfeo, un dodecapilo, che prima era chiamato la “gradinata”, e una piazza quadrata. Inoltre divise la città sotto propri capi-quartieri a ciascuno dei quali era assegnato un quartiere, e ancora oggi ogni quartiere è chiamato con il nome di quel capo-quartiere. Finalmente impose alla città il suo nome, chiamandola Èlia, giacché egli si chiamava Elio Adriano.


Epifanio di Salamina, De mensuris et ponderibus 14 (PG 92, 613-616)
[L’imperatore Adriano (117-138 d.C.) durante il suo viaggio in Oriente] trovò Gerusalemme completmente rasa al suolo e il tempio di Dio calpestato, ad eccezione di alcune poche case e della chiesa di Dio che era piccola. È là dove i discepoli erano saliti nella sala superiore al loro ritorno dal monte degli Olivi, quando il Signore fu assunto in cielo. Infatti si trovava costruita in quella parte del Sion che era stata risparmiata dall distruione, cioè una parte delle case sparse qua e là sul Sion e sette sinagoghe che sole rimasero al Sion, come tuguri. Una di esse rimase fino al tempo del vescovo Massimo (333-348) e dell’imperatore Costantino (306-337), come una capanna nella vigna, come sta scritto.



Bibliografia:
D. Bahat, The Illustrated Atlas of Jerusalem, Jerusalem 1990.
F.-M. Abel, “Histoire monumentale de Jérusalem, de Titus à nos jours”, Jérusalem nouvelle, 875-902

Saturday, March 15, 2008

Ancora Eusebio sui vescovi “della Circoncisione”

Una delle fonti più autorevoli di cui si è servito Eusebio di Cesarea nel tracciare la sua “Storia Ecclesiastica” è Egesippo. Si tratta di uno scrittore giudeo-cristiano del secondo secolo al quale dobbiamo diverse preziose notizie sulla chiesa primitiva. Malauguratamente quello che sappiamo di lui e delle sue opere lo sappiamo solo tramite Eusebio.

Libro IV, Cap. 22: La testimonianza di Egesippo
[1] Nei cinque libri delle Memorie giunti sino a noi, Egesippo ci ha lasciato un documento perfetto e completo delle sue convinzioni religiose. Ivi ci dice che durante il viaggio da lui intrapreso per recarsi a Roma, ebbe relazione con moltissimi vescovi e presso di tutti trovò sempre la stessa e identica dottrina. Dopo aver parlato alquanto intorno alla lettera di Clemente ai Corinti, aggiunge altre nonotizie. È bene che lo ascoltiamo.
[2] «La Chiesa di Corinto perseverò nella retta fede sino allo episcopato di Primo. Navigando verso Roma, potei avvicinare quei di Corinto, e m'intrattenni con essi parecchi giorni: oh, il bel conforto che ricevemmo a vicenda dal riscontrare la purezza della dottrina!
[3] «Venuto a Roma, elaborai l'ordine di successione fino ad Aniceto, di cui era diacono Eleuterio. Ad Aniceto successe Sotero, e a Sotero, Eleuterio. In ogni successione e in ogni città tutto procede a norma di ciò che insegnano la Legge, i Profeti e il Signore».

[4] Il medesimo Egesippo fissa le origini delle eresie che imperversarono ai suoi tempi, con queste parole:
«Dopo che Giacomo il Giusto fu martirizzato come il Signore per la stessa predicazione, fu costituito vescovo [di Gerusalemme] un figlio d'uno zio del Salvatore, Simone di Cleofa: lo prescelsero con consenso unanime, perché egli era cugino del Signore. La Chiesa era allora chiamata vergine, perché non contaminata da dottrine bugiarde.
[5] «Fu Tebutis che, impermalitosi di non essere stato eletto vescovo, cominciò a spargere in mezzo al popolo la corruzione, seminando le teorie delle sette fazioni giudaiche, cui egli apparteneva. Sempre da esse, uscirono fuori Simone, capo dei Simoniani; Cleobio, capo dei Cleobiani; Dositeo, capo dei Dositeani; Gorteo, capo dei Gorteani, e i Masbotei. Questi poi originarono i Menandrianisti, i Marcionisti, i Carpocratiani, i Valentiniani, i Basilidiani, i Saturniliani, i quali, ognuno per proprio conto, sciorinarono le proprie opinioni particolari.
[6] « Vi provennero pure pseudo-cristi, pseudo-profeti, pseudo-apostoli, i quali, coi loro discorsi malvagi contro Dio e il suo Cristo, scissero l'unità della Chiesa ».

[7] Il medesimo scrittore rammenta anche le antiche Sette, che furono presso i Giudei. «Nella Circoncisione, tra i fIgli di Israele queste erano le Sette differenti tra loro, ostili a Cristo e alla tribù di Giuda: gli Esseni, i Galilei, gli Emerobattisti, i Masbotei, i Samaritani, i Sadducei, i Farisei».
[8] Scrive ancora moltissime altre cose, che in parte ho già ricordato, inserendole secondo l'opportunità delle circostanze nella mia Storia.
Cita il Vangelo degli Ebrei e il Vangelo siriaco [aramaico]; riporta particolarmente dalla lingua ebraica, facendoci arguire d'esser venuto alla fede cristiana dal giudaismo; e riferisce altre cose continuando a riferirsi alla tradizione orale giudaica.
[9] Non solamente Egesippo ed Ireneo, ma tutto il coro degli antichi, chiamano i Proverbi di Salomone: Sapienza maestra di ogni virtù. Trattando poi dei cosiddetti·apocrifi, [Egesippo] assicura che alcuni di essi furono composti ai suoi tempi, da eretici. Ma è ora che si passi ad altro.


I testi sono presi da: Eusebio di Cesarea, Storia ecclesiastica e i Martiri della Palestina, testo greco con traduzione e note di Mons. Giuseppe Del Ton, Desclée & C. Editori Pontifici, Roma - Parigi - Tournau - New York 1964.

Vedi anche: F. Manns, “La liste des premieres évêques de Jérusalem”, in Early Christianity in Context. Monuments and Documents (SBF Collectio Maior 38), a cura di F. Manns - E. Alliata, Jerusalem 1993, 419-429.

Saturday, March 1, 2008

La fuga a Pella, città della Decapoli

“Infatti quando la città (di Gerusalemme) stava per essere conquistata dai Romani, tutti i discepoli ricevettero da un angelo il comando di emigrare dalla città che stava per essere distrutta dalle fondamenta. Ed essi, diventati emigranti, abitarono nella sopraddetta città di Pella, otre il Giordano, in quanto è detta stare nella Decapoli. Dopo la distruzione di Gerusalemme, essendo ritornati, come fu detto, compirono grandi prodigi.”

Epifanio, De Mensuris et Ponderibus, XV.

Nelle foto: Resti cristiani del V sec. dC ritrovati negli scavi archeologici di Pella. (come al solito, cliccare per ingrandire)

1) (a sinistra) Lastra di marmo con la Fenice (simbolo di Cristo) e altri elementi pure appartenenti al simbolismo cristiano antico.
2) (a destra) Frammento sbalzato in piombo con il Calvario e il Sepolcro (sopra) e l'entrata di Gesù in Gerusalemme sopra un asino (sotto).

Monday, February 25, 2008

Che cosa sappiamo della famiglia di Gesù a Nazaret?

 
Lo storico giudeo-cristiano Egesippo (seconda metà del II secolo) ricorda alcuni parenti di Gesù, nipoti di Giuda, l'ultimo dei figli di Giuseppe secondo la carne, in occasione di una persecuzione al tempo dell’imperatore Domiziano (81-96 d.C.). Il testo è riportato da Eusebio di Cesarea nella Storia Ecclesiastica, III, 19.20:

«Un’antica tradizione riferisce che, quando lo stesso Domiziano comandò di sopprimere i discendenti di Davide, alcuni eretici denunciarono anche i discendenti di Giuda, che era fratello carnale del Salvatore, come appartenenti alla stirpe di Davide e alla parentela di Cristo stesso. Egesippo riporta queste notizie, dicendo testualmente:
Della famiglia del Signore restavano ancora i nipoti di Giuda detto fratello suo secondo la carne, i quali furono denunciati come appartenenti alla stirpe di Davide. Il soldato li condusse davanti a Domiziano Cesare, poiché anch’egli, come Erode, temeva la venuta di Cristo. Ed egli chiese loro se erano discendenti di Davide e ne ebbe la conferma. Chiese allora quante proprietà e quanto denaro avessero. Essi risposero che avevano in totale novemila denari, metà per ciascuno, e dicevano di non averli in contanti, ma che erano il valore di un terreno di trentanove pletri, di cui pagavano le tasse e di cui campavano, coltivandolo essi stessi. E gli mostrarono le mani, testimoniando il loro lavoro personale con la rudezza dei corpo e i calli formatisi sulle mani per la continua fatica. Interrogati su Cristo e il suo regno, sulla sua natura, il luogo e il tempo in cui si sarebbe manifestato, risposero che il suo regno non era di questo mondo né di questa terra, ma celeste e angelico, e che si compirà alla fine deí secoli, quando Cristo verrà nella gloria a giudicare i vivi e i morti e renderà a ciascuno secondo le sue opere. Allora Domiziano non inflisse loro nessuna condanna, ma li disprezzò giudicandoli di poco conto, li lasciò andare, e con un editto fece cessare la persecuzione contro la chiesa. Una volta liberati, essi furono a capo delle chiese come testimoni e insieme parenti dei Signore, e ritornata la pace rimasero in vita fino a Traiano.»

L’episodio sottolinea la condizione sociale dei familiari di Gesù, contadini che vivevano del duro lavoro di ogni giorno, e il loro posto a capo della chiesa. Giulio Africano (250 ca) ricorda che i discendenti di Gesù “dai villaggi giudaici di Nazaret e Kochaba si erano sparsi nelle varie regioni” conservando gelosamente i ricordi di famiglia (Eusebio, Storia Ecclesiastica, I, 7).

Nella foto, sopra: Vasca nella chiesa della Nutrizione a Nazaret.

Durante la persecuzione di Decio (249-251 d.C.), in Asia Minore fu portato in giudizio, perché cristiano, Conone. Il martire dichiarò in tribunale: “Sono della città di Nazaret in Galilea, sono della parentela di Cristo a cui presto culto fin dai miei antenati” (B. Bagatti, Excavations in Nazareth, Jerusalem 1969, Vol. I, p. 16).

Saturday, February 23, 2008

Giacomo il Giusto e la sua tomba

Tombe di Assalonne (a sinistra) e Zaccaria (a destra) nella Valle del Cedron.
Fai clic sulla foto per ingrandirla.


Sull’insediamento monastico e cripta dell’invenzione del corpo di S. Giacomo presso la cosiddetta “tomba di Zaccaria” leggi (in biblioteca):
H. E. Stutchbury, “Excavations in the Kidron Valley”, PEQ 93 (1961) p. 105; 112.
cfr. V. Corbo, “La morte e la sepoltura di Giacomo”, S. Giacomo il Minore, Jerusalem 1962, p. 62-77.

Per la scoperta delle nuove iscrizioni sul lato di sud del Monumento di Assalonne da parte di J. Zias, vedi (in internet):
One day the letters emerged - Haaretz - Israel News
e anche:
Parts of New Testament verse (Luke 2:25) discovered

Disegno dell’iscrizione
(É. Puech):

Monday, February 18, 2008

La “Storia ecclesiastica” di Eusebio di Cesarea

Ecco qui alcuni passaggi che riguardano la primitiva Chiesa di Gerusalemme scritti da Eusebio Panfilo (circa 260-340 dC), vescovo di Cesarea Marittima o di Palestina, chiamato il “Padre della Storia ecclesiastica”.

Libro II, Cap 1: Giacomo il Giusto
[2] Allora Giacomo, detto fratello del Signore, perché figlio di Giuseppe, (Giuseppe era padre [putativo] di Cristo, marito della Vergine, la quale, come c'insegna il sacro testo evangelico, prima che stesse con lui insieme fu trovata gravida di Spirito Santo); questo Giacomo, dunque, chiamato dagli antichi il Giusto per antonomasia per la Sua preminente virtù, fu, si dice, il primo che occupò il trono episcopale della Chiesa gerosolimitana.
[3] Clemente, nel libro sesto delle sue Ipotiposi scrivendo di lui, osserva che Pietro, Giacomo e Giovanni dopo l'ascensione del Salvatore, sebbene fossero i prediletti del Salvatore, tuttavia non pretesero per sé la gloria dell'episcopato di Gerusalemme, ma vi fu scelto Giacomo, il Giusto.
[4] Il medesimo scrittore, nel libro settimo della stessa opera, ci dà di lui anche queste notizie:
«A Giacomo il Giusto, a Giovanni ed a Pietro, il Signore, dopo la Sua resurrezione, largì il dono della scienza, che essi comunicarono agli altri Apostoli e questi ai settanta discepoli, di cui uno fu Bamaba.
[5] «Ci furono due di nome Giacomo: uno, il Giusto, che fu precipitato dal pinnacolo del tempio e morì sotto i colpi di bastone di un lavandaia; l'altro fu decapitato ».
Di Giacomo il Giusto fa menzione anche Paolo scrivendo così:
«Non vidi alcun altro degli Apostoli se non Giacomo, fratello del Signore».

Libro III, Cap. 5: Fuga a Pella
[3] Il popolo della Chiesa di Gerusalemme, per mezzo di un vaticinio rivelato ad alcune persone ragguardevoli di quella Chiesa, aveva ricevuto l'avvertimento di emigrare di là prima che scoppiasse la guerra, e di trasferirsi in un paese della Perea, chiamato Pella. E difatti, abbandonata Gerusalemme, i fedeli di Cristo si erano rifugiati nel luogo indicato, e così la capitale regia della Giudea e la regione tutta erano rimaste deserte e prive dei Santi. Allora la divina vendetta scese su quegli empi, rei di sì immani delitti contro Cristo…

Libro III, Cap. 11: Simone succede a Giacomo nel governo della Chiesa di Gerusalemme
Si racconta che dopo il martirio di Giacomo e l'espugnazione di Gerusalemme, quelli degli Apostoli e dei Discepoli del Signore, che erano ancora in vita, accorsero in un sol luogo e si unirono coi parenti del Signore secondo la carne, i più dei quali sopravvivevano ancora. E tennero un consiglio per dare a Giacomo un degno successore: e unanimemente decisero che il seggio episcopale di quella Chiesa lo dovesse occupare Simone, figlio di Cleofa, di cui parla anche il Vangelo. Si dice che egli veniva ad esser cugino del Salvatore: difatti, secondo l'affermazione di Egesippo, Cleofa era fratello di Giuseppe.

Libro IV, Cap. 5: I primi vescovi di Gerusalemme detti “della circoncisione”
[1] In nessun luogo ho potuto trovare conservata in iscritto la cronologia dei vescovi di Gerusalemme, dei quali si dice sol questo che furono di brevissima durata.
[2] Ho potuto però rilevare da documenti questo particolare, che cioè, sino all'assedio dei Giudei avvenuto sotto Adriano, ci fu una serie successiva esatta di quindici vescovi. Di essi si dice che erano tutti di origine ebraica e che avevano nell'animo una conoscenza esatta di Cristo, tanto che da coloro ai quali spettava il giudizio elettivo, furono stimati degni dell'ufficio episcopale. D'altronde in quei tempi la Chiesa di Gerusalemme era composta da fedeli Ebrei; essi vi rimasero dall'epoca apostolica sino a quell'assedio subìto dai Giudei, i quali, ribellatisi di nuovo al giogo di Roma, furono distrutti in combattimenti terribili.
[3] Considerando che i vescovi della circoncisione vennero a causa di quest'ultimo avvenimento a cessare, credo necessario enumerarli tutti dal primo all'ultimo. Primo fu dunque Giacomo, detto fratello del Signore; dopo di lui Simone; terzo Giusto; quarto Zaccheo; quinto Tobia; sesto Beniamino; settimo Giovanni; ottavo Mattia; nono Filippo; decimo Seneca; undecimo Giusto; dodicesimo Levi; tredicesimo Efrem; quattordicesimo Giuseppe; quindicesimo e ultimo Giuda,
[4] Ecco esposta la lista dei vescovi di Gerusalemme dagli Apostoli sino al momento storico di cui parliamo; essi provenivano tutti dalla circoncisione.

Libro IV, Cap. 6: L'ultimo assedio dei Giudei sotto Adriano
[1] La rivolta dei Giudei scoppiò di nuovo più vasta e accanita. Allora Rufo (1), governatore della Giudea, profittando spietatamente delle loro follie, ricevuti rinforzi dall'imperatore, iniziò la campagna; uccise in massa migliaia di uomini, di donne, di bambini, e, secondo il diritto di guerra, ridusse a servitù il loro paese.
[2] Capitanava in quel tempo i Giudei un certo Barcocheba, che vuol dir Stella. Costui non era che un ladro ed un volgare assassino, ed era riuscito a imporsi a quella accozzaglia di schiavi col fascino del suo nome; diceva d'essere disceso dal cielo per portare luce ad essi, oppressi da tanti mali.
[3] Nell'anno diciottesimo del regno di Adriano [134-135], la guerra più famosa si combatteva attorno a Bettera, piccola città fortificatissima, non molto lungi da Gerusalemme. Sia per il lungo assedio che per il tormento della fame e della sete, i ribelli furono ridotti a estrema rovina, e l'autore di tanta follia subì il giusto castigo. Dopo questi fatti, un decreto per disposizione di Adriano interdisse a tutto il popolo di metter piede nella regione circostante a Gerusalemme; cosicché agli Ebrei, ahimè!, fu vietato di poter contemplare anche da lontano il suolo della Patria: ciò lo riferisce Aristone di Pella.
[4] Gerusalemme dunque, non abitata più dalla popolazione ebraica, affatto priva dei cittadini di prima, fu presa in seguito ad abitare dagli stranieri, e si trasformò in città romana, mutando persino il nome; infatti, in onore dell'imperatore Elio Adriano, si chiamò Elia. Anche la comunità cristiana vi risultò formata parimenti di Gentili; e Marco, primo dopo i vescovi della circoncisione, ne ottenne l'episcopato.

continua...


I testi sono presi da: Eusebio di Cesarea, Storia ecclesiastica e i Martiri della Palestina, testo greco con traduzione e note di Mons. Giuseppe Del Ton, Desclée & C. Editori Pontifici, Roma - Parigi - Turnhout - New York 1964.

Sunday, February 17, 2008

Prima lezione nell'Aula Bagatti

Il numero cresciuto degli studenti ci obbliga a tenere le lezioni nell'Aula Magna intitolata a Padre Bellarmino Bagatti (1905-1990), che la lapide commemorativa dichiara giustamente “Patri et Magistro”.

Un po’ più di bibliografia (e basata proprio su di lui):

B. Bagatti, Alle origini della Chiesa. I: Le comunità giudeo-cristiane, Città del Vaticano 1981 [ristampa 1985; ed. francese: L’Eglise de la Circumcision ,1965; ed. inglese: The Church from the Circumcision, 1971; ed. portoghese: A Igreja da Circuncisão. Historia e Arqueologia deo judeu-cristãos 1975].

B. Bagatti, Alle origini della chiesa. II: Le comunità gentilo-cristiane, Città del Vaticano 1982 [prima ed. italiana: L’archeologia cristiana in Palestina, Firenze 1962; ed. francese: L’Eglise de la Gentilité en Palestine (Ier-XIe siècle), Jérusalem 1968; ed. inglese: The Church from the Gentiles in Palestine. History and Archaeology, Jerusalem 1971].

B. Bagatti - E. Testa, Corpus Scriptorum de Ecclesia Matre [abbr. CSEM]. IV: Gerusalemme. La redenzione secondo la tradizione biblica dei Padri (SBF Collectio Maior 26), Jerusalem 1982.

Ne volete ancora?
J. D. Purvis, Jerusalem. The Holy City. A Bibliography (ATLA Bibliography Series 20), Metuchen - N. J. - London 1988.

Saturday, February 16, 2008

Inizio del corso: II semestre 2008

**Archeologia paleocristiana. Gerusalemme nella tradizione cristiana antica. Prime comunità cristiane a Gerusalemme: storia, tradizione e archeologia. Gerusalemme come apparve agli occhi dei suoi antichi abitanti, così come a quelli dei pellegrini e visitatori cristiani anteriori al quinto secolo.

    Bibl.: M. Küchler, Orte und Landschaften der Bibel, Band 4,2: Jerusalem. Ein Handbuch und Studienreiseführer zum Heiligen Stadt, Göttingen 2007; G. Bissoli (a cura di), Gerusalemme realtà sogni e speranze, Jerusalem 1996; L.J. Hoppe, The Holy City. Jerusalem in the theology of the Old Testament, 2000; M.C. Paczkowski, “Gerusalemme negli scrittori cristiani del II-III secolo”, LA 45 (1995) 165-202; J. Wilkinson, Jerusalem as Jesus knew it, London 1982 (ed. francese 1981; italiana 1981,1999; spagnola 1990); L.-H. Vincent - F.-M. Abel, Jérusalem: Recherches de topographie d’archéologie et d’histoire. Tome second: Jérusalem nouvelle, Paris 1914-1926.

    E. Alliata

Jerusalem Time

“Visiopacis” Blog Search