Latest from the CTS

Search all CTS sites


Monday, February 25, 2008

Che cosa sappiamo della famiglia di Gesù a Nazaret?

 
Lo storico giudeo-cristiano Egesippo (seconda metà del II secolo) ricorda alcuni parenti di Gesù, nipoti di Giuda, l'ultimo dei figli di Giuseppe secondo la carne, in occasione di una persecuzione al tempo dell’imperatore Domiziano (81-96 d.C.). Il testo è riportato da Eusebio di Cesarea nella Storia Ecclesiastica, III, 19.20:

«Un’antica tradizione riferisce che, quando lo stesso Domiziano comandò di sopprimere i discendenti di Davide, alcuni eretici denunciarono anche i discendenti di Giuda, che era fratello carnale del Salvatore, come appartenenti alla stirpe di Davide e alla parentela di Cristo stesso. Egesippo riporta queste notizie, dicendo testualmente:
Della famiglia del Signore restavano ancora i nipoti di Giuda detto fratello suo secondo la carne, i quali furono denunciati come appartenenti alla stirpe di Davide. Il soldato li condusse davanti a Domiziano Cesare, poiché anch’egli, come Erode, temeva la venuta di Cristo. Ed egli chiese loro se erano discendenti di Davide e ne ebbe la conferma. Chiese allora quante proprietà e quanto denaro avessero. Essi risposero che avevano in totale novemila denari, metà per ciascuno, e dicevano di non averli in contanti, ma che erano il valore di un terreno di trentanove pletri, di cui pagavano le tasse e di cui campavano, coltivandolo essi stessi. E gli mostrarono le mani, testimoniando il loro lavoro personale con la rudezza dei corpo e i calli formatisi sulle mani per la continua fatica. Interrogati su Cristo e il suo regno, sulla sua natura, il luogo e il tempo in cui si sarebbe manifestato, risposero che il suo regno non era di questo mondo né di questa terra, ma celeste e angelico, e che si compirà alla fine deí secoli, quando Cristo verrà nella gloria a giudicare i vivi e i morti e renderà a ciascuno secondo le sue opere. Allora Domiziano non inflisse loro nessuna condanna, ma li disprezzò giudicandoli di poco conto, li lasciò andare, e con un editto fece cessare la persecuzione contro la chiesa. Una volta liberati, essi furono a capo delle chiese come testimoni e insieme parenti dei Signore, e ritornata la pace rimasero in vita fino a Traiano.»

L’episodio sottolinea la condizione sociale dei familiari di Gesù, contadini che vivevano del duro lavoro di ogni giorno, e il loro posto a capo della chiesa. Giulio Africano (250 ca) ricorda che i discendenti di Gesù “dai villaggi giudaici di Nazaret e Kochaba si erano sparsi nelle varie regioni” conservando gelosamente i ricordi di famiglia (Eusebio, Storia Ecclesiastica, I, 7).

Nella foto, sopra: Vasca nella chiesa della Nutrizione a Nazaret.

Durante la persecuzione di Decio (249-251 d.C.), in Asia Minore fu portato in giudizio, perché cristiano, Conone. Il martire dichiarò in tribunale: “Sono della città di Nazaret in Galilea, sono della parentela di Cristo a cui presto culto fin dai miei antenati” (B. Bagatti, Excavations in Nazareth, Jerusalem 1969, Vol. I, p. 16).

Saturday, February 23, 2008

Giacomo il Giusto e la sua tomba

Tombe di Assalonne (a sinistra) e Zaccaria (a destra) nella Valle del Cedron.
Fai clic sulla foto per ingrandirla.


Sull’insediamento monastico e cripta dell’invenzione del corpo di S. Giacomo presso la cosiddetta “tomba di Zaccaria” leggi (in biblioteca):
H. E. Stutchbury, “Excavations in the Kidron Valley”, PEQ 93 (1961) p. 105; 112.
cfr. V. Corbo, “La morte e la sepoltura di Giacomo”, S. Giacomo il Minore, Jerusalem 1962, p. 62-77.

Per la scoperta delle nuove iscrizioni sul lato di sud del Monumento di Assalonne da parte di J. Zias, vedi (in internet):
One day the letters emerged - Haaretz - Israel News
e anche:
Parts of New Testament verse (Luke 2:25) discovered

Disegno dell’iscrizione
(É. Puech):

Monday, February 18, 2008

La “Storia ecclesiastica” di Eusebio di Cesarea

Ecco qui alcuni passaggi che riguardano la primitiva Chiesa di Gerusalemme scritti da Eusebio Panfilo (circa 260-340 dC), vescovo di Cesarea Marittima o di Palestina, chiamato il “Padre della Storia ecclesiastica”.

Libro II, Cap 1: Giacomo il Giusto
[2] Allora Giacomo, detto fratello del Signore, perché figlio di Giuseppe, (Giuseppe era padre [putativo] di Cristo, marito della Vergine, la quale, come c'insegna il sacro testo evangelico, prima che stesse con lui insieme fu trovata gravida di Spirito Santo); questo Giacomo, dunque, chiamato dagli antichi il Giusto per antonomasia per la Sua preminente virtù, fu, si dice, il primo che occupò il trono episcopale della Chiesa gerosolimitana.
[3] Clemente, nel libro sesto delle sue Ipotiposi scrivendo di lui, osserva che Pietro, Giacomo e Giovanni dopo l'ascensione del Salvatore, sebbene fossero i prediletti del Salvatore, tuttavia non pretesero per sé la gloria dell'episcopato di Gerusalemme, ma vi fu scelto Giacomo, il Giusto.
[4] Il medesimo scrittore, nel libro settimo della stessa opera, ci dà di lui anche queste notizie:
«A Giacomo il Giusto, a Giovanni ed a Pietro, il Signore, dopo la Sua resurrezione, largì il dono della scienza, che essi comunicarono agli altri Apostoli e questi ai settanta discepoli, di cui uno fu Bamaba.
[5] «Ci furono due di nome Giacomo: uno, il Giusto, che fu precipitato dal pinnacolo del tempio e morì sotto i colpi di bastone di un lavandaia; l'altro fu decapitato ».
Di Giacomo il Giusto fa menzione anche Paolo scrivendo così:
«Non vidi alcun altro degli Apostoli se non Giacomo, fratello del Signore».

Libro III, Cap. 5: Fuga a Pella
[3] Il popolo della Chiesa di Gerusalemme, per mezzo di un vaticinio rivelato ad alcune persone ragguardevoli di quella Chiesa, aveva ricevuto l'avvertimento di emigrare di là prima che scoppiasse la guerra, e di trasferirsi in un paese della Perea, chiamato Pella. E difatti, abbandonata Gerusalemme, i fedeli di Cristo si erano rifugiati nel luogo indicato, e così la capitale regia della Giudea e la regione tutta erano rimaste deserte e prive dei Santi. Allora la divina vendetta scese su quegli empi, rei di sì immani delitti contro Cristo…

Libro III, Cap. 11: Simone succede a Giacomo nel governo della Chiesa di Gerusalemme
Si racconta che dopo il martirio di Giacomo e l'espugnazione di Gerusalemme, quelli degli Apostoli e dei Discepoli del Signore, che erano ancora in vita, accorsero in un sol luogo e si unirono coi parenti del Signore secondo la carne, i più dei quali sopravvivevano ancora. E tennero un consiglio per dare a Giacomo un degno successore: e unanimemente decisero che il seggio episcopale di quella Chiesa lo dovesse occupare Simone, figlio di Cleofa, di cui parla anche il Vangelo. Si dice che egli veniva ad esser cugino del Salvatore: difatti, secondo l'affermazione di Egesippo, Cleofa era fratello di Giuseppe.

Libro IV, Cap. 5: I primi vescovi di Gerusalemme detti “della circoncisione”
[1] In nessun luogo ho potuto trovare conservata in iscritto la cronologia dei vescovi di Gerusalemme, dei quali si dice sol questo che furono di brevissima durata.
[2] Ho potuto però rilevare da documenti questo particolare, che cioè, sino all'assedio dei Giudei avvenuto sotto Adriano, ci fu una serie successiva esatta di quindici vescovi. Di essi si dice che erano tutti di origine ebraica e che avevano nell'animo una conoscenza esatta di Cristo, tanto che da coloro ai quali spettava il giudizio elettivo, furono stimati degni dell'ufficio episcopale. D'altronde in quei tempi la Chiesa di Gerusalemme era composta da fedeli Ebrei; essi vi rimasero dall'epoca apostolica sino a quell'assedio subìto dai Giudei, i quali, ribellatisi di nuovo al giogo di Roma, furono distrutti in combattimenti terribili.
[3] Considerando che i vescovi della circoncisione vennero a causa di quest'ultimo avvenimento a cessare, credo necessario enumerarli tutti dal primo all'ultimo. Primo fu dunque Giacomo, detto fratello del Signore; dopo di lui Simone; terzo Giusto; quarto Zaccheo; quinto Tobia; sesto Beniamino; settimo Giovanni; ottavo Mattia; nono Filippo; decimo Seneca; undecimo Giusto; dodicesimo Levi; tredicesimo Efrem; quattordicesimo Giuseppe; quindicesimo e ultimo Giuda,
[4] Ecco esposta la lista dei vescovi di Gerusalemme dagli Apostoli sino al momento storico di cui parliamo; essi provenivano tutti dalla circoncisione.

Libro IV, Cap. 6: L'ultimo assedio dei Giudei sotto Adriano
[1] La rivolta dei Giudei scoppiò di nuovo più vasta e accanita. Allora Rufo (1), governatore della Giudea, profittando spietatamente delle loro follie, ricevuti rinforzi dall'imperatore, iniziò la campagna; uccise in massa migliaia di uomini, di donne, di bambini, e, secondo il diritto di guerra, ridusse a servitù il loro paese.
[2] Capitanava in quel tempo i Giudei un certo Barcocheba, che vuol dir Stella. Costui non era che un ladro ed un volgare assassino, ed era riuscito a imporsi a quella accozzaglia di schiavi col fascino del suo nome; diceva d'essere disceso dal cielo per portare luce ad essi, oppressi da tanti mali.
[3] Nell'anno diciottesimo del regno di Adriano [134-135], la guerra più famosa si combatteva attorno a Bettera, piccola città fortificatissima, non molto lungi da Gerusalemme. Sia per il lungo assedio che per il tormento della fame e della sete, i ribelli furono ridotti a estrema rovina, e l'autore di tanta follia subì il giusto castigo. Dopo questi fatti, un decreto per disposizione di Adriano interdisse a tutto il popolo di metter piede nella regione circostante a Gerusalemme; cosicché agli Ebrei, ahimè!, fu vietato di poter contemplare anche da lontano il suolo della Patria: ciò lo riferisce Aristone di Pella.
[4] Gerusalemme dunque, non abitata più dalla popolazione ebraica, affatto priva dei cittadini di prima, fu presa in seguito ad abitare dagli stranieri, e si trasformò in città romana, mutando persino il nome; infatti, in onore dell'imperatore Elio Adriano, si chiamò Elia. Anche la comunità cristiana vi risultò formata parimenti di Gentili; e Marco, primo dopo i vescovi della circoncisione, ne ottenne l'episcopato.

continua...


I testi sono presi da: Eusebio di Cesarea, Storia ecclesiastica e i Martiri della Palestina, testo greco con traduzione e note di Mons. Giuseppe Del Ton, Desclée & C. Editori Pontifici, Roma - Parigi - Turnhout - New York 1964.

Sunday, February 17, 2008

Prima lezione nell'Aula Bagatti

Il numero cresciuto degli studenti ci obbliga a tenere le lezioni nell'Aula Magna intitolata a Padre Bellarmino Bagatti (1905-1990), che la lapide commemorativa dichiara giustamente “Patri et Magistro”.

Un po’ più di bibliografia (e basata proprio su di lui):

B. Bagatti, Alle origini della Chiesa. I: Le comunità giudeo-cristiane, Città del Vaticano 1981 [ristampa 1985; ed. francese: L’Eglise de la Circumcision ,1965; ed. inglese: The Church from the Circumcision, 1971; ed. portoghese: A Igreja da Circuncisão. Historia e Arqueologia deo judeu-cristãos 1975].

B. Bagatti, Alle origini della chiesa. II: Le comunità gentilo-cristiane, Città del Vaticano 1982 [prima ed. italiana: L’archeologia cristiana in Palestina, Firenze 1962; ed. francese: L’Eglise de la Gentilité en Palestine (Ier-XIe siècle), Jérusalem 1968; ed. inglese: The Church from the Gentiles in Palestine. History and Archaeology, Jerusalem 1971].

B. Bagatti - E. Testa, Corpus Scriptorum de Ecclesia Matre [abbr. CSEM]. IV: Gerusalemme. La redenzione secondo la tradizione biblica dei Padri (SBF Collectio Maior 26), Jerusalem 1982.

Ne volete ancora?
J. D. Purvis, Jerusalem. The Holy City. A Bibliography (ATLA Bibliography Series 20), Metuchen - N. J. - London 1988.

Saturday, February 16, 2008

Inizio del corso: II semestre 2008

**Archeologia paleocristiana. Gerusalemme nella tradizione cristiana antica. Prime comunità cristiane a Gerusalemme: storia, tradizione e archeologia. Gerusalemme come apparve agli occhi dei suoi antichi abitanti, così come a quelli dei pellegrini e visitatori cristiani anteriori al quinto secolo.

    Bibl.: M. Küchler, Orte und Landschaften der Bibel, Band 4,2: Jerusalem. Ein Handbuch und Studienreiseführer zum Heiligen Stadt, Göttingen 2007; G. Bissoli (a cura di), Gerusalemme realtà sogni e speranze, Jerusalem 1996; L.J. Hoppe, The Holy City. Jerusalem in the theology of the Old Testament, 2000; M.C. Paczkowski, “Gerusalemme negli scrittori cristiani del II-III secolo”, LA 45 (1995) 165-202; J. Wilkinson, Jerusalem as Jesus knew it, London 1982 (ed. francese 1981; italiana 1981,1999; spagnola 1990); L.-H. Vincent - F.-M. Abel, Jérusalem: Recherches de topographie d’archéologie et d’histoire. Tome second: Jérusalem nouvelle, Paris 1914-1926.

    E. Alliata

Jerusalem Time

“Visiopacis” Blog Search