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Monday, February 18, 2008

La “Storia ecclesiastica” di Eusebio di Cesarea

Ecco qui alcuni passaggi che riguardano la primitiva Chiesa di Gerusalemme scritti da Eusebio Panfilo (circa 260-340 dC), vescovo di Cesarea Marittima o di Palestina, chiamato il “Padre della Storia ecclesiastica”.

Libro II, Cap 1: Giacomo il Giusto
[2] Allora Giacomo, detto fratello del Signore, perché figlio di Giuseppe, (Giuseppe era padre [putativo] di Cristo, marito della Vergine, la quale, come c'insegna il sacro testo evangelico, prima che stesse con lui insieme fu trovata gravida di Spirito Santo); questo Giacomo, dunque, chiamato dagli antichi il Giusto per antonomasia per la Sua preminente virtù, fu, si dice, il primo che occupò il trono episcopale della Chiesa gerosolimitana.
[3] Clemente, nel libro sesto delle sue Ipotiposi scrivendo di lui, osserva che Pietro, Giacomo e Giovanni dopo l'ascensione del Salvatore, sebbene fossero i prediletti del Salvatore, tuttavia non pretesero per sé la gloria dell'episcopato di Gerusalemme, ma vi fu scelto Giacomo, il Giusto.
[4] Il medesimo scrittore, nel libro settimo della stessa opera, ci dà di lui anche queste notizie:
«A Giacomo il Giusto, a Giovanni ed a Pietro, il Signore, dopo la Sua resurrezione, largì il dono della scienza, che essi comunicarono agli altri Apostoli e questi ai settanta discepoli, di cui uno fu Bamaba.
[5] «Ci furono due di nome Giacomo: uno, il Giusto, che fu precipitato dal pinnacolo del tempio e morì sotto i colpi di bastone di un lavandaia; l'altro fu decapitato ».
Di Giacomo il Giusto fa menzione anche Paolo scrivendo così:
«Non vidi alcun altro degli Apostoli se non Giacomo, fratello del Signore».

Libro III, Cap. 5: Fuga a Pella
[3] Il popolo della Chiesa di Gerusalemme, per mezzo di un vaticinio rivelato ad alcune persone ragguardevoli di quella Chiesa, aveva ricevuto l'avvertimento di emigrare di là prima che scoppiasse la guerra, e di trasferirsi in un paese della Perea, chiamato Pella. E difatti, abbandonata Gerusalemme, i fedeli di Cristo si erano rifugiati nel luogo indicato, e così la capitale regia della Giudea e la regione tutta erano rimaste deserte e prive dei Santi. Allora la divina vendetta scese su quegli empi, rei di sì immani delitti contro Cristo…

Libro III, Cap. 11: Simone succede a Giacomo nel governo della Chiesa di Gerusalemme
Si racconta che dopo il martirio di Giacomo e l'espugnazione di Gerusalemme, quelli degli Apostoli e dei Discepoli del Signore, che erano ancora in vita, accorsero in un sol luogo e si unirono coi parenti del Signore secondo la carne, i più dei quali sopravvivevano ancora. E tennero un consiglio per dare a Giacomo un degno successore: e unanimemente decisero che il seggio episcopale di quella Chiesa lo dovesse occupare Simone, figlio di Cleofa, di cui parla anche il Vangelo. Si dice che egli veniva ad esser cugino del Salvatore: difatti, secondo l'affermazione di Egesippo, Cleofa era fratello di Giuseppe.

Libro IV, Cap. 5: I primi vescovi di Gerusalemme detti “della circoncisione”
[1] In nessun luogo ho potuto trovare conservata in iscritto la cronologia dei vescovi di Gerusalemme, dei quali si dice sol questo che furono di brevissima durata.
[2] Ho potuto però rilevare da documenti questo particolare, che cioè, sino all'assedio dei Giudei avvenuto sotto Adriano, ci fu una serie successiva esatta di quindici vescovi. Di essi si dice che erano tutti di origine ebraica e che avevano nell'animo una conoscenza esatta di Cristo, tanto che da coloro ai quali spettava il giudizio elettivo, furono stimati degni dell'ufficio episcopale. D'altronde in quei tempi la Chiesa di Gerusalemme era composta da fedeli Ebrei; essi vi rimasero dall'epoca apostolica sino a quell'assedio subìto dai Giudei, i quali, ribellatisi di nuovo al giogo di Roma, furono distrutti in combattimenti terribili.
[3] Considerando che i vescovi della circoncisione vennero a causa di quest'ultimo avvenimento a cessare, credo necessario enumerarli tutti dal primo all'ultimo. Primo fu dunque Giacomo, detto fratello del Signore; dopo di lui Simone; terzo Giusto; quarto Zaccheo; quinto Tobia; sesto Beniamino; settimo Giovanni; ottavo Mattia; nono Filippo; decimo Seneca; undecimo Giusto; dodicesimo Levi; tredicesimo Efrem; quattordicesimo Giuseppe; quindicesimo e ultimo Giuda,
[4] Ecco esposta la lista dei vescovi di Gerusalemme dagli Apostoli sino al momento storico di cui parliamo; essi provenivano tutti dalla circoncisione.

Libro IV, Cap. 6: L'ultimo assedio dei Giudei sotto Adriano
[1] La rivolta dei Giudei scoppiò di nuovo più vasta e accanita. Allora Rufo (1), governatore della Giudea, profittando spietatamente delle loro follie, ricevuti rinforzi dall'imperatore, iniziò la campagna; uccise in massa migliaia di uomini, di donne, di bambini, e, secondo il diritto di guerra, ridusse a servitù il loro paese.
[2] Capitanava in quel tempo i Giudei un certo Barcocheba, che vuol dir Stella. Costui non era che un ladro ed un volgare assassino, ed era riuscito a imporsi a quella accozzaglia di schiavi col fascino del suo nome; diceva d'essere disceso dal cielo per portare luce ad essi, oppressi da tanti mali.
[3] Nell'anno diciottesimo del regno di Adriano [134-135], la guerra più famosa si combatteva attorno a Bettera, piccola città fortificatissima, non molto lungi da Gerusalemme. Sia per il lungo assedio che per il tormento della fame e della sete, i ribelli furono ridotti a estrema rovina, e l'autore di tanta follia subì il giusto castigo. Dopo questi fatti, un decreto per disposizione di Adriano interdisse a tutto il popolo di metter piede nella regione circostante a Gerusalemme; cosicché agli Ebrei, ahimè!, fu vietato di poter contemplare anche da lontano il suolo della Patria: ciò lo riferisce Aristone di Pella.
[4] Gerusalemme dunque, non abitata più dalla popolazione ebraica, affatto priva dei cittadini di prima, fu presa in seguito ad abitare dagli stranieri, e si trasformò in città romana, mutando persino il nome; infatti, in onore dell'imperatore Elio Adriano, si chiamò Elia. Anche la comunità cristiana vi risultò formata parimenti di Gentili; e Marco, primo dopo i vescovi della circoncisione, ne ottenne l'episcopato.

continua...


I testi sono presi da: Eusebio di Cesarea, Storia ecclesiastica e i Martiri della Palestina, testo greco con traduzione e note di Mons. Giuseppe Del Ton, Desclée & C. Editori Pontifici, Roma - Parigi - Turnhout - New York 1964.

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