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Saturday, November 22, 2008

Il ministero sacro nel Tempio ebraico e l’abito del sommo sacerdote

Testo estratto dalla Lettera di Aristea a Filocrate, 92-99 (scritto del II sec. aC)
[92] Il ministero dei sacerdoti è incomparabile per il dispiego di forza fisica che richiede e per la disposizione di ordine e di silenzio. Tutti si affannano spontaneamente verso un servizio estremamente faticoso e ciascuno esegue con cura il compito assegnatogli. Senza interruzione prestano servizio, alcuni occupandosi del legname, alcuni dellʼolio, alcuni del fior di farina, altri dei profumi; altri, infine, incaricati della carne dei sacrifici impiegano una notevole forza: [93] afferrano con le mani le cosce dei vitelli che sono di circa due talenti per ciascuna, le sollevano alla giusta altezza con mirabile gesto delle mani e le collocano al loro posto senza sbagliare. Lo stesso accade anche per le pecore e le capre che stupiscono per peso e grassezza. Infatti coloro cui compete scelgono bestie del tutto prive di difetti, notevolmente grasse, e si compie allora lʼoperazione descritta più sopra. [94] Per il loro riposo è disposto un luogo ove siedono quelli che sono in turno di pausa. Trascorso questo, alcuni tra coloro che hanno avuto una sosta si alzano prontamente, anche se nessuno impone loro le modalità del servizio. [95] Vi è un silenzio assoluto, tanto che si potrebbe ritenere che nel luogo non vi sia alcuno, nonostante che gli uomini preposti al servizio siano circa settecento oltre al gran numero di persone che offrono le vittime ma tutto è condotto con rispetto e in maniera degna della grandezza divina.

[96] Un grande stupore ci colse quando vedemmo Eleazar officiare con lʼabito sacerdotale, nella gloria che emanava dallʼabito indossato e dalle pietre che lo adornavano. Vi sono dei campanelli dʼoro intorno allʼorlo che emettono un suono particolare e ai loro lati melograne, bordate di fiori di splendidi colori. [97] Ai fianchi indossava una magnifica ricca cintura tessuta in colori meravigliosi. Sul petto porta quello che è chiamato «lʼoracolo» su cui sono fissate dodici pietre di specie diverse legate in oro con i nomi dei capi delle tribù, secondo lʼordine originario. Ciascuna pietra getta dei bagliori dellʼindescrivibile colore che le è proprio. [98] Sulla testa porta il cosiddetto cidaris e, al di sopra, la inimitabile mitra, il diadema consacrato che porta scolpito in caratteri sacri, su una lamina dʼoro, in mezzo alle ciglia, il nome di Dio pieno di gloria. Egli è stato giudicato degno di usare questi oggetti durante il culto. [99] La visione dʼinsieme di tutto ciò incute timore e sconcerta, tanto che si può credere di essere andati in un altro mondo fuori dal nostro e sostengo che chiunque andrà a vedere quanto ho descritto sarà colpito da stupore e meraviglia indicibile e il suo intimo sarà scosso dallo stato di santità di ogni cosa.


Questa immagine (come quelle del post precedente) è tratta da: Living in the Time of Jesus di Peter Connolly (1983): “Le vesti dei sacerdoti e quelle del sommo sacerdote in particolare”.

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